Terapie Alzheimer: l’efficacia è di genere - drvenuto.it - Benvenuti sul Sito Ufficiale di Filippo Luciano Dr. Venuto

Vai ai contenuti

Menu principale:

Terapie Alzheimer: l’efficacia è di genere

Terapie Alzheimer, l’efficacia è di genere
Uno studio condotto alla Johns Hopkins university school of medicine di Baltimora suggerisce che le donne con morbo di Alzheimer possano trarre benefici dagli inibitori della colinesterasi, che risultano tuttavia poco utilizzati nelle comunità in cui sono ospitati questi pazienti. I ricercatori hanno incluso nello studio 327 pazienti con la malattia incidente e li hanno seguiti fino a un massimo di 9 anni. Soltanto 69 partecipanti (il 21,1%) hanno fatto uso di memantina o di inibitori della colinesterasi. L’esposizione ai farmaci è stata espressa attraverso un indicatore di persistenza calcolato dividendo il numero di anni di utilizzo per il numero totale di anni di osservazione. Nelle donne, questa variabile, riferita agli inibitori della colinesterasi, si è associata in maniera significativa con una progressione più lenta della malattia, in particolare tra coloro che risultavano portatrici dell’allele Apoe epsilon4. Al contrario, tra gli uomini con maggiore esposizione si è notata una progressione più rapida dell’Alzheimer. Gli autori ricordano che studi su animali avevano già evidenziato differenze di genere per quasi tutti i marker colinergici. «Il testosterone» spiegano «potrebbe interferire con gli effetti degli inibitori di colinesterasi, riducendo la quantità di farmaco che raggiunge il cervello o modificando l’interazione della colinesterasi con i principi inibitori». È anche notevole il fatto che, nelle donne, la memantina non abbia prodotto gli stessi benefici ottenuti dagli inibitori di colinesterasi.
Alzheimers Dement, 2012; 8(3):180-7


Torna ai contenuti | Torna al menu