NEWS - drvenuto.it - Benvenuti sul Sito Ufficiale di Filippo Luciano Dr. Venuto

Vai ai contenuti

Menu principale:

NEWS

ATTIVITA' > MEDICINA GENERALE > LE PATOLOGIE PIU' FREQUENTI > IL COLON IRRITABILE

La Rifaximina può alleviare i sintomi del colon

Poichè vi sono evidenze che la flora batterica intestinale possa svolgere un ruolo importante nella fisiopatologia del colon irritabile (IBS), sono stati approntati due identici studi multicentrici di fase 3, in doppio cieco rispetto al placebo (TARGET 1 e 2), nei quali più di 1.200 pazienti che avevano IBS senza costipazione sono stati randomizzati a Rifaximina alla dose di 550 mg, tre volte al giorno per 2 settimane, o placebo, seguiti per 10 settimane. L'endpoint primario era rappresentato dalla percentuale di pazienti che riferivano un adeguato sollievo dei sintomi globali di IBS, mentre l'endpoint secondario principale era rappresentato dalla percentuale di pazienti che avevano un adeguato sollievo del gonfiore IBS-correlato, entrambi valutati settimanalmente. Un adeguato sollievo veniva considerato come sollievo auto-riferito per almeno 2 delle prime 4 settimane dopo il trattamento. Altri endpoint secondari comprendevano la percentuale di pazienti che avevano una risposta al trattamento valutato dal questionario di auto-valutazione quotidiana dei sintomi globali di IBS e dei singoli sintomi di gonfiore, dolori addominali, e consistenza delle feci durante le 4 settimane dopo il trattamento e durante l'intero periodo dello studio. Questi i risultati
• è stato evidenziato un adeguato sollievo dei sintomi significativamente maggiore nel gruppo dei pazienti trattati rispetto al placebo (40,8% vs 31,2%, p = 0.01, nello studio TARGET 1; 40,6% vs 32,2%, p =     0.03, nello studio TARGET 2 ; 40,7% vs 31,7%, p <0,001, nei due studi combinati)
• allo stesso modo, più pazienti nel gruppo Rifaximina rispetto al gruppo placebo hanno avuto un adeguato sollievo del gonfiore (39,5% vs 28,7%, p = 0,005, nello studio TARGET 1; 41,0% vs 31,9%, p =    0.02, nello studio TARGET 2; 40,2 % vs 30,3%, p <0,001, nei due studi combinati)
• i pazienti del gruppo rifaximina hanno avuto una risposta alla terapia confermata dalle valutazioni giornaliere dei sintomi di IBS, gonfiore, dolore addominale; inoltre la consistenza delle feci era    significativamente migliore
• l'incidenza di eventi avversi è stata simile nei due gruppi.
Mark Pimentel et al for the TARGET Study Group. Rifaximin Therapy for Patients with Irritable Bowel Syndrome without Constipation. N Engl J Med 2011; 364: 22-32


Diarrea da antibiotici: si previene con probiotici
In letteratura esistono prove di moderata qualità che indicano come la profilassi con probiotici determini un'ampia riduzione della diarrea associata a Clostridium difficile (Cdad) – una delle più gravi complicanze determinate dall'alterazione della flora batterica in corso di antibioticoterapia – e come tale effetto sia conseguito senza un incremento di eventi avversi clinicamente rilevanti. Si tratta dell'esito di una revisione sistematica con meta-analisi realizzata da un'équipe canadese coordinata da Gordon H. Guyatt, della McMaster University di Toronto. I ricercatori hanno cercato, su fonti web e da letteratura grigia, trial randomizzati e controllati relativi a pazienti adulti o pediatrici in trattamento antibiotico dove fossero messi a confronto diversi ceppi o dosi di specifici probiotici con un placebo o un controllo senza trattamento, e in cui venisse riportata l'incidenza di Cdad. I criteri di eligibilità sono stati soddisfatti da 20 trial, per un totale di 3.818 partecipanti. I probiotici hanno ridotto l'incidenza di Cdad del 66% (rischio relativo raggruppato: 0,34). È stato calcolato che in una popolazione con un 5% di incidenza di Cdad antibiotico-associata (rischio medio del gruppo controllo), la profilassi con probiotici potrebbe prevenire 33 episodi ogni 1.000 persone. Dei pazienti trattati con probiotici, il 9,3% ha lamentato eventi avversi, rispetto al 12,6% dei controlli (rischio relativo: 0,82).
Ann Intern Med, 2012 Nov 13. [Epub ahead of print]

La stagionalità delle gastroenteriti da rotavirus e adenovirus

Uno studio, condotto in un ospedale pediatrico di Istanbul, ha evidenziato che le infezioni da rotavirus sono prevalenti in inverno, mentre quelle da adenovirus sono più comuni nei mesi estivi. Inoltre, in tutti i casi, i più coinvolti sono i soggetti di età inferiore a 2 anni
L'identificazione dell'agente causale in una gastroenterite acuta è importante ai fini del trattamento e della prognosi; soprattutto le forme virali, infatti, possono causare gravi epidemie, con mortalità rilevanti. Un gruppo di ricercatori guidati da Suat Biçer,dell'Ospedale universitario di ricerca Bakirköy di Istanbul (Turchia), ha studiato l'incidenza delle gastroenteriti acute in età pediatrica sostenute da rotavirus e adenovirus, i più frequenti agenti eziologici di queste forme.
La ricerca è stata condotta per un anno (nel 2007) su 1.543 pazienti di età compresa da 0 a 5 anni, giunti in Pronto soccorso con diagnosi di gastroenterite acuta (definita dall'emissione di feci per 3 o più volte al giorno). La determinazione degli antigeni virali è stata eseguita tramite immunocromatografia, tecnica che consente di avere rapidamente i risultati delle analisi (in 5-10 minuti), ha un'alta sensibilità (93-100%) e può essere effettuata con una piccola quantità di campione.
Nel complesso, la presenza di rotavirus è stata accertata nel 25% dei campioni, quella di adenovirus nell'8,6%. La maggior parte dei casi di infezione, sia da rotavirus (74,6%) sia da adenovirus (73%) ha riguardato bambini tra 0 e 2 anni. Il picco stagionale di forme da rotavirus si è osservato nei mesi di gennaio e febbraio (rispettivamente, 44% e 50,6%), mentre i livelli più bassi di incidenza si sono riscontrati in luglio e agosto. Nelle infezioni da adenovirus, all'opposto, il picco stagionale si è avuto nei mesi estivi, con i valori massimi registrati in luglio e agosto (17,3% e 20,9%, nell'ordine), mentre l'incidenza si è pressoché azzerata durante la stagione autunnale: ottobre (0%), novembre (2%), dicembre (3%). Da citare infine la rilevazione, nell'1,9% dei casi, di coinfezioni da rota-adenovirus.
Ricapitolando, nello studio condotto a Istanbul - i cui risultati si allineano ai rilievi epidemiologici ottenuti nella maggior parte dei Paesi con clima temperato - sono state confermate alcune evidenze utili ai fini di un primo indirizzo diagnostico. Innanzitutto si è visto che le infezioni da rotavirus rappresentano la maggioranza dei casi di gastroenterite virale. Inoltre, è stato nuovamente evidenziato con chiarezza il trend stagionale delle infezioni gastroenteriche sostenute dai due virus, con periodi di comparsa ben distinti e opposti: le forme da rotavirus principalmente durante l'inverno, quelle da adenovirus soprattutto d'estate. In entrambi i casi, comunque, i virus colpiscono quasi sempre bambini sotto i 2 anni di età.

Infez Med. 2011; 19(2):113-9

Torna ai contenuti | Torna al menu