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BREVE ANTROPOLOGIA SESSUALE

ATTIVITA' > SESSUOLOGIA MEDICA > IL COMPORTAMENTO SESSUALE


Parlando di Antropologia Sessuale non si può non citare   antropologo  svizzero Johann Jakob Bachofen che nel suo libro del 1861 (Il matriarcato ) scrive che: all'inizio la sessualità umana era caotica e promiscua, viveva cioè e si realizzava in uno stato "afroditico" (dal nome di Afrodite); questa fase è stata sostituita dallo stato matriarcale "demeterico" (dal nome di Demetra), il cui maggior risultato è stata la considerazione che la discendenza matrilineare sia l'unica via affidabile per stabilire la legittimità dei figli: era l'epoca del matriarcato.
Soltanto il passaggio alla monogamia ha dato la possibilità di stabilire con certezza anche la paternità; ciò ha dato origine al patriarcato, il dominio maschile sopra i figli e quindi conseguentemente anche sulla società e la storia del mondo. Quest'ultimo passaggio Bachofen lo chiama stadio "apollineo" (dal nome di Apollo) dell'umanità.
Questo punto di vista, nonostante il fatto di non esser basato su prove empiriche, ha avuto un impatto importante sui pensatori a venire, soprattutto nel campo dell'antropologia culturale.
Le moderne spiegazioni riguardanti le origini della sessualità umana si basano essenzialmente sulla biologia evolutiva ed in particolare sul campo specifico definito "ecologia comportamentale umana"; la biologia dimostra che il genotipo umano, come quello di tutti gli altri organismi, è il risultato di tutti quegli antenati che si riproducevano con maggior frequenza rispetto ad altri.
I risultanti adattamenti del comportamento sessuale non sono pertanto un tentativo da parte dell'individuo di massimizzare la riproduzione in una data situazione, in quanto la selezione naturale non "vede" nel futuro; invece il comportamento attuale è con tutta probabilità il risultato di forze selettive verificatesi durante il Pleistocene.



Cenni di Storia della sessualità umana nelle varie culture

La Letteratura indiana ha avuto un ruolo decisamente significativo nella storia della sessualità umana, avendo prodotto alcune tra le prime opere al mondo che hanno trattato il rapporto sessuale come una vera e propria "scienza artistica", originando atteggiamenti e idee nei riguardi del sesso che giungono fino ai tempi moderni .
Si può pertanto sostenere che l'India antica, con le sue opere culturali, ha aperto la strada ad una forma di educazione sessuale attraverso l'arte e la letteratura. Come in molte altre società, anche qui vi era una notevole differenza nel riconoscere il lecito dall’illecito nell'esercizio delle pratiche sessuali, a seconda che venissero esercitate dalle persone comuni del popolo o dai potenti governanti e dai nobili; con i secondi che spesso indulgevano in stili di vita che miravano e apprezzavano molto di più il lato “piacevole” dell’atto sessuale, che sicuramente  non erano rappresentativi degli atteggiamenti morali comuni.
La prima prova degli atteggiamenti sostenuti nei confronti della sessualità viene dagli antichi testi dell'Induismo, del Buddismo e del Giainismo, i primi dei quali sono forse la più antica letteratura superstite del mondo. Questi testi più antichi, accomunati sotto l'unica denominazione di Veda, rivelano anche prospettive morali nei riguardi della sessualità, del matrimonio e dell'influenza di certe preghiere e riti specifici sulla fertilità.
La magia sessuale antica viene descritta in un certo numero di rituali vedici, la maggior parte trattata in modo significativo nell'Aśvamedha Yajna, dove il rito apposito culmina con la regina principale che si ritrova a simulare l'atto sessuale con un cavallo morto; chiaramente un rito di fertilità mirante a salvaguardare ed aumentare la produttività del regno e le abilità marziali.
I poemi epici dell'India antica poi, il Rāmāyaṇa e il Mahābhārata la cui primissima composizione potrebbe risalire fino al 1400 a.C. - hanno avuto un effetto enorme sulla cultura dell'Asia intera, influenzando successivamente le vicine culture cinese, giapponese, tibetana e del Sudest asiatico. Questi testi sostengono l'opinione che nell'antica India, il sesso era considerato un dovere reciproco tra una coppia sposata, dove marito e moglie si donavano vicendevolmente piacere sessuale allo stesso modo, ma anche che la sessualità era di fatto un affare strettamente privato, almeno per i seguaci delle religioni indiane di cui sopra.
Sembra inoltre che la poligamia fosse permessa nei tempi più antichi e realmente utilizzata solo dai governanti; con la gente comune del popolo invece si manteneva uno status di matrimonio monogamico. Questa differenza di approccio  era comune in molte culture, ove alla classe dirigente era concessa la poligamia come un modo per preservare la successione dinastica.
La letteratura erotica dell'India è maggiormente conosciuta per il testo pubblicato sotto il nome di Kāma Sūtra. Questo manuale sessuale è stato scritto per essere indirizzato specificamente alla casta guerriera e alla nobiltà, ai loro servi e alle concubine, oltre che a certe scuole filosofiche e ordini religiosi. Queste erano in pratica le uniche persone che potevano anche leggere e scrivere e che avevano ricevuto una qualche forma di istruzione e educazione sessuale.
Le sessantaquattro arti d'amore (ovvero i 64 modi di creare passione e donare piacere descritte nel "Sutra di Kama") hanno iniziato la tradizione mistico-erotica letteraria in India. Ci sono molte versioni differenti delle arti amorose che hanno avuto inizio in lingua sanscrita e che sono via via state tradotte in altre lingue, come la lingua persiana o la lingua tibetana. Molti dei testi originali sono mancanti e l'unico indizio per la loro esistenza è in altri testi.
Il Kama Sutra è ora forse il più ampiamente conosciuto e letto testo secolare nel mondo. Esso descrive in maniera dettagliata i modi in cui i partner dovrebbero trovare piacere a vicenda all'interno di un rapporto coniugale (e non solo).
Quando la cultura islamica prima e quella vittoriana inglese poi approdarono in India, hanno entrambe generalmente avuto un impatto negativo sul liberalismo sessuale indiano, dove il sesso diventa o come un dovere morale (dharma) di ogni partner nei confronti dell'altro in un rapporto matrimoniale a lungo termine, oppure viene visto come un desiderio che ostacola la spiritualità e deve essere quindi rinnegato (ciò in ambito monastico e ascetico).
Nella moderna India, una rinascita del liberalismo sessuale si è verificato tra la popolazione urbana ben istruita, ma vi è ancora una forte discriminazione e gli incidenti causati da matrimonio forzato sono ancora alquanto frequenti tra i più poveri.

Nella
Letteratura Cinese nel “I Ching “ (Il "libro dei mutamenti"), testo classico di divinazione cinese, il rapporto sessuale è uno dei due modelli fondamentali utilizzati per spiegare il mondo; senza imbarazzi né alcuna perifrasi viene descritto come il Cielo scenda dall'alto per avere incontri sessuali con la Terra.
Allo stesso modo, vengono tranquillamente menzionati gli amanti maschili dei primi grandi uomini di potere in una delle prime grani opere di filosofia e Letteratura cinese classica, il Chuang Tzu .
La Cina ha avuto altresì anche una lunga storia di Sessismo, con alcuni tra i massimi leader morali del paese (Confucio in primis) a fare descrizioni e dare opinioni estremamente negative nei confronti delle donne, dando valenza peggiorativa alle loro "caratteristiche innate". Fin dai tempi più antichi, la verginità della donna è stata rigidamente applicata dalla famiglia e la comunità l'ha legata al valore monetario delle donne come una sorta di commodity (la "vendita" delle donne che contempla il pagamento di un "prezzo della sposa").
Gli uomini sono stati invece sempre protetti nelle proprie avventure sessuali da un doppio standard di giustizia e legalità. Mentre la prima moglie di un uomo con qualsiasi tipo di status sociale nella società tradizionale era quasi certamente scelta per lui dal padre e/o dal nonno, lo stesso uomo avrebbe potuto poi garantire per se stesso se solo lo avesse voluto partner sessuali più desiderabili con lo status di concubine. Inoltre, anche i servi (sia maschi che femmine) in suo possesso potevano essere sessualmente a sua disposizione. Naturalmente, non tutti gli uomini avevano le risorse finanziarie per concedersi così grandi lussi liberali.
La letteratura mostra inoltre una lunga storia d'interesse nei riguardi dell'affetto e della felicità coniugale, ma anche delle storie che oggi potremmo tranquillamente definire di amore libero, della sessualità esplicita e dei flirt amorosi, oltre che dei legami omosessuali; tutti questi aspetti del comportamento che da sempre all'interno della Civiltà occidentale vengono ricollegati alla sessualità.
L'espressione sessuale dell’ Antica Cina viene esposta in altre opere letterarie come la "Biografia di Cui Yingying", i "Sei racconti di vita fluttuante" (o biografia di Shen Fu), il divertente e volutamente salace Chin P'ing Mei (del tutto simile all'occidentale Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere), ed il multiforme e perspicace Il sogno della camera rossa (detta anche "Sogno della Pietra"). Tra questi, solo la storia di Yingying e del suo marito di fatto, Zhang, descrivono apertamente e ponendoli sullo stesso piano sia i rapporti omosessuali che le interazioni eterosessuali.
Il romanzo intitolato "Rou bu Tuan" (conosciuto in occidente come Il tappeto da preghiera di carne) arriva a descrivere trapianti di organi tra specie umana e animale per motivi di miglioramento delle prestazioni sessuali.
Appartengono a pieno diritto alla letteratura cinese anche i testi classici del Taoismo. Questa tradizione filosofica cinese ha permesso lo sviluppo delle tecniche di sessualità taoista i cui tre obiettivi principali sono: salute, longevità e sviluppo spirituale.


Nella Letteratura Giaponese il romanzo Genji Monogatari, risale all'VIII secolo d.C., ed è considerato il primo romanzo dove l’ erotismo viene considerato come parte centrale della vita sociale della nobiltà Giapponese. Le tresche sessuali del principe Genji vengono descritte in modo puntiglioso e oggettivo.
Nonosatante la maggior parte delle sue interazioni erotiche coinvolgono le donne, v'è però un episodio eloquente in cui il protagonista, dopo aver compiuto un viaggio abbastanza lungo per poter far visita ad una delle sue numerose amanti, trovandola assente si rivolge al fratello minore della donna, il quale, molto disponibile come partner erotico, risulta così essere altrettanto soddisfacente .
Un insieme di idee superficiali, sempre riguardo al  mondo sessuale giapponese, è quello espresso sopra l'istituzione della Geisha, la quale, piuttosto che essere una prostituta, era invece una donna addestrata nelle arti come la musica e la conversazione colta, disponibile anche per tutta una serie di interazioni sociali non-sessuali con la clientela maschile.
Queste donne differivano dalle mogli comuni in quanto queste ultime non erano solitamente pronte ad altro o a qualcosa di diverso al di là dell'adempimento de doveri domestici; così l'uomo che desiderava intrattenere un rapporto di natura più elevata anche intellettualmente non aveva altra scelta che rivolgersi alle geishe.


Anche nell’ Antica Grecia si credeva che la raffinatezza, anche in ambito di prostituzione, fosse necessaria per aumentare il piacere, il tutto sempre  a seconda delle disponibilità economiche del cliente. L'"Hetaera" (etera), educata ed abituata ad intrattenere gli uomini come una compagnia intelligente - non solamente per il piacere fisico quindi ma anche per quello intellettuale - era riservata ai cittadini più distinti; mentre le "peripatetiche" o prostitute camminatrici sollecitavano i loro affari per le strade: vi era infine anche la possibilità di utilizzare una giovane donna adibita alla prostituzione sacra all'interno dei templi consacrati e pagando un prezzo più elevato. A Corinto, una città portuale sul Mar Egeo, il tempio riservato alle prostitute sacre conteneva almeno un migliaio di donne e ragazze.
Il simbolismo fallico era spesso presente sotto forma di Erma, un oggetto di culto che rappresentava simbolicamente la fertilità; ciò trova espressione sia nella scultura greca che altre forme d'arte: l'idea maschile della sessualità femminile di un greco antico era che le donne invidiavano la virilità dell'uomo. Le mogli sono state sempre considerate poco più che come merce di scambio e strumenti per generare figli legittimi; ma dovevano sempre competere sessualmente con l'eromenos maschio, l'etera femmina e gli schiavi e schiave in genere presenti nelle loro stesse case.
Sia l'omosessualità che la bisessualità, sotto forma di pederastia, erano vere e proprie istituzioni sociali e costituivano una parte integrante della pedagogia non solo nell'educazione, ma pure nell'arte, nella religione e finanche nella politica.
Pur non essendo sconosciute, le relazioni tra adulti dello stesso sesso venivano invece decisamente disapprovate; mentre anche gli eventuali rapporti tra donne erano di natura essenzialmente pederastica.
Per gli Uomini Antichi Greci  era inoltre un fatto comune intrattenere rapporti sessuali con giovani maschi: queste pratiche erano un segno costitutivo di maturità per i ragazzi i quali a loro volta, divenuti adulti e uomini fatti, venivano ad assumere loro stessi il ruolo di mentori sessuali per altri adolescenti.
La violenza sessuale - solitamente in un contesto di guerra – era anch’essa comune ed era intesa dagli uomini come un "diritto di dominio". Lo stupro nel senso di "sequestro" seguito da un amore consensuale è stato rappresentato più volte nella mitologia e nei racconti che narravano le gesta e le vicende degli eroi, quando non degli stessi Déi della religione greca.
Lo stesso Zeus, il Signore degli Olimpi, è stato celebre per aver rapito molte donne tra cui Leda nella forma di un cigno, Danae travestito da pioggia d'oro, Alcmena travestito da suo marito. Infine Zeus ha anche rapito un bellissimo ragazzo di cui si innamorò perdutamente, il principe adolescente del popolo dei troiani Ganimede, un mito quest'ultimo parallelo e personalizzato alla versione originaria cretese e riferentesi all'istituzione sociale della pederastia cretese.


Gli antichi Etruschi avevano opinioni molto diversificate nei riguardi della sessualità, ciò se confrontato con gli altri popoli antichi europei, la maggior parte dei quali aveva ereditato le tradizioni derivanti dagli indoeuropei e punti di vista alquanto patriarcali sui ruoli di genere.
Gli scrittori greci, come Teopompo e Platone, danno alle popolazioni etrusche la denominazione di "immorali" e dalle loro descrizioni veniamo a sapere che le donne spesso intrattenevano rapporti sessuali con uomini che non erano i loro mariti e che nella loro società i bambini non venivano classificati come "illegittimi" solo perché non si sapeva chi fosse il padre. Teopompo ha anche descritto vari riti orgiastici, ma non è chiaro se fossero una consuetudine comune o solo un rituale minore dedicato a una certa divinità.

Nell’ Antica Roma il cittadino romano aveva il dovere di controllare il proprio corpo; questo domino su di sé era fondamentale per il concetto di sessualità maschile nella Repubblica romana Per quanto riguarda l'uomo, il giuerriero, il concetto di "Virtù" (virtus, da vir - "maschio") era identificato con l'idea di mascolinità. Per il sesso femminile l'equivalente era la "pudicitia" o senso del pudore, una forma di integrità sessuale che ha rappresentato la loro attrattiva; il tutto sottoposto ad un ideale di auto-controllo.
La sessualità femminile veniva incoraggiata, ma solamente all'interno del matrimonio. Nella società fortemente patriarcale dell'antica Roma dominata dal paterfamilias, un "vero uomo" avrebbe dovuto governare se stesso e gli altri egualmente bene e non avrebbe mai dovuto cedere all'uso eccessivo e senza freni del piacere.
I comportamenti intimi tra persone dello stesso sesso non erano stati mai percepiti come una diminuzione dell'intrinseca mascolinità di un romano, a patto che all'interno del rapporto omosessuale questi avesse svolto il ruolo pre-dominante penetrativo/attivo.
Partner maschili erano accettabili soltanto se socialmente inferiori, come i ragazzi che si dedicavano alla prostituzione maschile, e gli schiavi; il sesso svolto con minori maschi nati liberi era invece stato formalmente proibito sin dai tempi della Lex Scantinia. I termini "Omosessuale" ed "Eterosessuale" dunque non costituiscono la dicotomia primaria del pensiero romano sulla sessualità, e tra i latini non esistono parole per indicare questi concetti.
Raffigurazioni della sessualità libera sono abbondanti sia in letteratura romana che nell'arte romana. Il fascinus  o "fascino fallico" era una decorazione onnipresente, assieme ai  tintinnabulum. Le posizioni sessuali in scene di vita quotidiana sono rappresentate in grande varietà tra i dipinti murali conservate a Pompei ed Ercolano (vedi arte erotica a Pompei e Ercolano). Celebri testi poetici hanno celebrato l'amore fisico, l'Ars amatoria (o Arte d'amare) scritto dal poeta latino di epoca augustea Publio Ovidio Nasone giocosamente istruisce uomini e donne in modo da attrarre e godere dei propri amanti.
Teorie elaborate della sessualità umana sulla base della filosofia greca sono state sviluppati da pensatori come Tito Lucrezio Caro  e  Seneca. I racconti della mitologia classica infine trattano spesso temi sessuali, come l'identità di genere, l'adulterio, l'incesto e lo stupro: la conquista sessuale anche forzata è stata una metafora frequente per tutto l'imperialismo romano.
La sessualità è stata inoltre disciplinata dalla tradizionale religione romana, sia attraverso il culto pubblico dello Stato che nelle pratiche religiose private e all'interno dei rituali di magia.  Marco Tullio Cicerone ha ritenuto che il desiderio di procreare (la libido) è stato "il vivaio della repubblica", così come è stata la causa per la prima forma di istituzione sociale, l'istituto del matrimonio romano, che a sua volta ha creato la famiglia, considerato dai romani come il fondamento di costruzione della civiltà. Il diritto romano ha fortemente penalizzato i crimini sessuali (stuprum), in particolare lo stupro, così come l'adulterio. Un marito romano, però, arriva a commettere il reato di adulterio solo quando il suo partner sessuale è una donna romana già sposata.
La prostituzione nell'antica Roma era legale, pubblica e diffusa. Intrattenitori di qualsiasi genere venivano assunti per essere sessualmente disponibili (vedi infamia), e i gladiatori erano considerati sessualmente affascinanti sia dalle donne che da molti uomini. Gli schiavi dell’ antica Roma erano privi di  qualsivoglia personalità giuridica ed erano quindi assai vulnerabili di subire una qualche forma di sfruttamento sessuale.

La dissoluzione degli ideali repubblicani di integrità fisica in relazione alla libertà politica contribuisce e si riflette con la crescita esponenziale della licenza sessuale, a sua volta  associata per certi versi  alla decadenza dell'Impero Romano.

ERA MODERNA


Polinesia Francese

Le isole della polinesia francese sono da sempre note per la singolare e avanzata cultura sessuale della loro popolazione. Molte delle attività sessuali che venivano considerate come tabù all'interno della cultura occidentale erano invece  normali nella cultura nativa; il contatto con le società occidentali ha fatto cambiare molte di queste usanze, così che la ricerca sulle loro storie sociali preindustriali dev'essere per lo più fatta consultando i documenti antichi.
I bambini dormivano nella stessa camera da letto dei genitori e sono stati in grado di osservarli mentre questi intrattenevano rapporti sessuali: la simulazione del rapporto e la penetrazione sessuale diventava reale appena i ragazzi si trovavano in grado di eseguirla. L'adulto da parte sua trovava che la simulazione del sesso da parte dei bambini fosse una cosa divertente, cosi non appena i bambini di avvicinavano all'età di 11 anni i loro atteggiamenti si spostavano di volta in volta verso le ragazze.
Il sesso prematrimoniale non era incoraggiato, ma era,  nella generalità dei casi, permesso; le uniche restrizioni alla libera sessualità adolescenziale erano l'incesto, le regolamentazioni sull'esogamia e la possibilità di ottenere le figlie di alto rango che dovevano ancora partorire un primogenite di lignaggio riconosciuto incontestabilmente. Dopo aver partorito il loro primogenito, anche alle donne di alto rango potevano intrattenere relazioni extraconiugali.
Jurij Fëdorovič Lisjanskij, esploratore ed ufficiale della Voenno-morskoj flot Rossijskoj Imperii (l'imperiale marina russa)  nel suo Diario di Bordo scriveva così:
"Il giorno dopo, non appena è stato chiaro, eravamo circondati da un ancora più grande moltitudine di queste persone. Ora c'erano un centinaio di donne, almeno; e praticavano tutte le arti espressive indecenti e del gesto, per ottenere l'ammissione a bordo. Fu solo con difficoltà che ho potuto ottenere dal mio equipaggio l'obbedienza agli ordini che avevo dato su questo tema. Tra queste femmine ve ne erano alcune di non più di dieci anni di età. Ma la gioventù, a quanto pare, non rappresenta qui nessuna prova di innocenza; questi bambini, come io li chiamano, rivaleggiavo con le loro madri nella lascivia dei loro movimenti e delle arti di allettamento"].
Adam Johann von Krusenstern nel suo libro incentrato sulla stessa spedizione di quella effettuata da Jurij riferisce che un padre portò a bordo della sua nave una ragazzina all'incirca di 10-12 anni e questa si mise ad avere incontri sessuali con l'equipaggio. Secondo poi il libro del francese Charles Pierre Claret de Fleurieu e di Étienne Marchand (1755-1793) le bambine di 8 anni conoscevano già molto bene la sessualità ed eseguivano diversi tipi di atti sessuali in pubblico.

XX SECOLO


La seconda rivoluzione sessuale è stato un cambiamento sostanziale nella morale sessuale e nel relativo comportamento sessuale in tutto l'Occidente negli anni tra il 1960 e i primi anni del 1970. Un fattore determinante nel cambiamento dei valori relativi alle attività sessuali è stata l'invenzione di nuove tecnologie efficienti per il controllo personale della capacità di entrare in gravidanza; prima fra tutte è stata, in quel momento, la prima pillola anticoncezionale.
Poco dopo o contemporaneamente leggi che liberalizzavano l'aborto in molti paesi in egual maniera hanno reso possibile in modo sicuro e legale di interrompere una gravidanza indesiderata, senza il dover invocare l'ipotesi di una nascita che presentasse grave pericolo per la salute della madre

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