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Inefficace prevenzione di suicidi in adolescenza

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Un'ampia indagine rivela che negli Stati Uniti gli adolescenti che hanno ideazioni suicidarie o che hanno già messo in pratica uno o più tentativi di togliersi la vita sono stati in gran parte visitati da uno specialista, senza che questo li facesse rinunciare ai loro piani. Matt Nock e colleghi del Dipartimento di psicologia dell'Università di Harvard sono partiti da un dato semplice quanto inquietante: «I comportamenti suicidari sono tra le principali cause di morte in tutto il mondo, specialmente tra gli adolescenti e i giovani adulti» scrivono nell'introduzione dello studio appena pubblicato su Jama psychiatry. La loro indagine ha coinvolto quasi 6.500 adolescenti di età compresa tra 13 e 18 anni, intervistati personalmente a casa loro, e i rispettivi genitori (cui è stato chiesto di compilare un questionario), e ha osservato un legame tra il comportamento suicidario e una complessa combinazione di disturbi dell'umore come la depressione e problemi  comportamentali legati all'attenzione e all'alimentazione, come pure ovviamente all'abuso di alcol e droga. In termini assoluti, secondo i ricercatori la prevalenza di ideazioni suicide nel corso della vita è del 12,1% (circa un adolescente su 8), mentre la prevalenza di pianificazione e messa in pratica è del 4% e del 4,1% rispettivamente. Di norma il tentativo si verifica entro un anno dalla prima ideazione. Un dato frustrante emerso da questo studio riguarda la modesta efficacia degli interventi terapeutici e preventivi oggi adottati: i ricercatori hanno infatti osservato che nell'80% dei casi gli adolescenti con tendenze suicide ricevono qualche forma di terapia, e che in una perentuale superiore al 55% la terapia psicologica o psichiatrica viene avviata a seguito di sintomi di altro genere, prima che si verifichino i comportamenti suicidari, ma questo non basta a prevenirli. Questo contraddice la convinzione diffusa secondo cui l'epilogo tragico dipende anche dalla mancanza di accesso alle terapie. «I risultati» concludono Nott e colleghi «indicano la necessità si lavorare per accrescere la compensione del drammatico aumento dei comportamenti suicidari durante l'adolescenza,  del percorso causale che lega i disturbi mentali del bambino e dell'adolescente ai comportamenti suicidari in adolescenza, e delle strategie attuabili per la predizione clinica e la prevenzione di questi comportamenti».
JAMA Psychiatry. 2013 Jan 9:1-11

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