Integratori di calcio: non protezione cardiovascolare - drvenuto.it - Benvenuti sul Sito Ufficiale di Filippo Luciano Dr. Venuto

Vai ai contenuti

Menu principale:

Integratori di calcio: non protezione cardiovascolare

Integratori di calcio: nessuna protezione cardiovascolare, anzi aumento di rischio di infarto miocardico
La supplementazione di calcio va condotta saggiamente e solo nei casi di effettiva necessità, pena un aumento del rischio di eventi cardiovascolari: lo indica uno dei più vasti studi prospettici europei, European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition study. La coorte Heidelberg coinvolta in questo studio, circa 24mila adulti tra i 35 e i 65 anni, tutti senza precedenti di eventi CV maggiori all’inclusione, è stata valutata per abitudini alimentari, assunzione di supplementi nutrizionali ed eventi maggiori di natura cardiovascolare. Come notano gli autori, in passato, all’assunzione di integratori di calcio – che riguarda in prevalenza donne in età postmenopausale – è stato attribuito un effetto favorevole sul profilo lipemico e sull’ipertensione, ma dati diretti sugli eventi cardiovascolari non erano disponibili. Ora il risultato di questa importante analisi pubblicata da Heart, che tiene conto di undici anni di follow up, indica che un modesto effetto sembra associato effettivamente all’assunzione di maggiori quantità di calcio con la dieta: i soggetti nel terzo quartile hanno un HR di 0,69 per l’infarto miocardico rispetto a quelli del primo quartile, anche se la differenza per la mortalità cardiovascolare complessiva è nulla. Per contro, chi utilizza supplementi contenenti calcio ha un maggiore rischio di infarto miocardico (HR 1,89) rispetto a chi non assume integratori.

Li K, Kaaks R, Linseisen J, Rohrmann S. Associations of Dietary Calcium Intake and Calcium Supplementation With Myocardial Infarction and Stroke Risk and Overall Cardiovascular Mortality in the Heidelberg Cohort of the European Prospective Investigation Into Cancer and Nutrition Study (EPIC-Heidelberg). Heart, 2012;98(12):920


Torna ai contenuti | Torna al menu