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Neuropatia diabetica e sindrome metabolica

Curare neuropatia diabetica mirando a  s. metabolica
L’approfondimento degli studiosi americani è il frutto di una ricerca condotta sui principali archivi di letteratura scientifica e conferma che pochi interventi terapeutici sono in grado di portare a un reale miglioramento della patologia: il controllo della concentrazione di glucosio plasmatico è la sola strategia di provata efficacia. Uno stretto controllo del glucosio è in grado di ridurre la neuropatia nei pazienti con diabete di tipo 1, ma non produce gli stessi miglioramenti nei pazienti di tipo 2. La differenza viene attribuita ai differenti meccanismi che caratterizzano le due condizioni: iperglicemia e presenza nel sangue di anticorpi diretti contro gli antigeni delle cellule che producono insulina nel diabete di tipo 1 e una combinazione di iperglicemia, dislipemia e insulino-resistenza nel diabete di tipo 2.
L’altro trattamento principale ha l’obiettivo di ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita dei pazienti. Negli ultimi due decenni, sono stati effettuati molti studi randomizzati controllati in proposito e sono state stilate due linee guida che concordano negli elementi essenziali. I farmaci che hanno fornito i risultati migliori rientrano soprattutto nelle categorie degli anticonvulsivi, degli antidepressivi e degli oppioidi. Sono stati elaborati tre algoritmi di trattamento e tutti raccomandano gabapentin, pregabalin, antidepressivi triciclici, venlafaxina e duluoxetina come trattamento di prima linea.
A fronte dei limiti dei trattamenti farmacologici disponibili, risulta essenziale la scoperta di fattori di rischio modificabili e quelli legati alla sindrome metabolica rappresentano una possibilità concreta. La conoscenza di come le componenti della sindrome metabolica danneggiano i nervi sta rapidamente migliorando; oltre alla dislipidemia e alla resistenza insulinica, anche la adiposità viscerale potrebbe essere particolarmente pericolosa, mentre sospetti non ancora confermati si rivolgono all’ipertensione. «Negli ultimi dieci anni l’interesse riguardo al possibile ruolo di questi elementi nello sviluppo della neuropatia è aumentato», confermano gli autori della revisione, che indicano quest’area come una delle più promettenti per gli sviluppi delle future ricerche.
The Lancet Neurology, Volume 11, Issue 6, Pages 521 - 534, June 2012

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