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Anello di congiunzione fra overstress e depressione

Anello di congiunzione fra stress estremo e depressione
Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature ha permesso di individuare l'interruttore molecolare che media questo passaggio da stress positivo a negativo. Si tratterebbe del fattore di rilascio della corticotropina (CFR), un piccolo composto proteico liberato in una specifica area presente al centro del cervello, chiamata nucleo accumbens, in risposta agli stress esterni. Di norma, il CFR liberato in risposta allo stress, agendo su due specifici recettori, CRFR1 e CRFR2, stimola il rilascio di dopamina, da cui dipende successivamente l'innesco di tutta una serie di reazioni psicologiche e muscolari positive allo stress. Quando lo stress è estremo, tuttavia, questo meccanismo di autodifesa va in tilt e il CFR perde la capacità di promuovere la liberazione di dopamina per periodi di tempo che possono arrivare fino a 90 giorni. Quando ci si trova in questa situazione, invece di affrontare gli eventi esterni in modo energico, pragmatico e positivo, si è portati all'evitamento e alla fuga, come se il mondo esterno fosse diventato improvvisamente ostile e ingovernabile e noi ci sentissimo troppo deboli e assolutamente incapaci di modificare la situazione a nostro favore. Uno stato psicofisico negativo che rappresenta a tutti gli effetti la soglia della depressione associata allo stress.

Entro certi limiti di intensità e durata, quindi,  lo stress ha l'effetto di stimolare una reazione positiva nei confronti degli eventi esterni, inducendo a lavorare di più e meglio, a mantenere una migliore concentrazione, a trattenere con maggior facilità informazioni utili e ricordi, a ottenere risultati migliori durante un esame o una competizione, a risolvere in modo più efficiente problemi estemporanei e a fare progetti per il futuro. Tuttavia, quando diventa eccessivo o persiste troppo a lungo, lo stress si associa a risposte psicofisiche diametralmente opposte, che impediscono di dedicarsi serenamente alle attività quotidiane e favoriscono l'insorgenza di disturbi di varia natura, depressione compresa.

Nature 2012;490(7420):402-26.

 
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