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Metformina: sicura in diabete e scompenso cardiaco

Metformina: efficace e sicura in diabete con cuore scompensato
La terapia con metformina è sicura perlomeno quanto altri trattamenti utilizzati per abbassare i livelli di glucosio nei pazienti diabetici con insufficienza cardiaca. E lo è anche in presenza di una ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra o di insufficienza renale cronica. Lo dice una revisione sistematica di studi osservazionali svolti su circa 34.000 individui, effettuata da ricercatori dell’Università di Alberta, Canada, e pubblicata su Circulation heart failure. Storicamente la metformina era controindicata per i pazienti con scompenso cardiaco per il potenziale rischio di acidosi lattica, ma dal 2006 l’Fda americana, e in seguito altre agenzie regolatorie, hanno rimosso le controindicazioni in risposta a vari studi osservazionali che indicavano un rischio di acidosi lattica minimo per la metformina, del tutto similare a quello di altri agenti antidiabetici. I ricercatori canadesi hanno perciò revisionato tutti gli studi – trial e non trial – che fino ad aprile 2012 hanno valutato il rapporto tra metformina e morbilità e/o mortalità in pazienti diabetici con scompenso. La mortalità e i ricoveri in ospedale per tutte le cause sono stati usati come misura della sicurezza. Dall’analisi di circa 13.000 citazioni, svolta indipendentemente da due ricercatori, non è stato individuato alcun trial controllato randomizzato, ma sono stati identificati 9 studi di coorte di buona qualità metodologica, di cui 5 pubblicati nel 2010. «La metformina era associata a una mortalità ridotta (23%) rispetto ai controlli (37%), in genere pazienti trattati con sulfonilurea» spiega Dean Eurich prima firma del lavoro. La riduzione della mortalità per tutte le cause è stata osservata sia nei casi in cui la metformina veniva prescritta in monoterapia sia se associata a insulina o ad altri farmaci. Inoltre, il rischio di morte non risultava aumentato né nei soggetti con ridotta frazione di eiezione ventricolare sinistra né in coloro in cui allo scompenso cardiaco si sommava una condizione di insufficienza renale cronica. Analizzando infine le ospedalizzazioni, è emerso che, rispetto alle altre terapie, il trattamento con metformina era associato a una riduzione relativa sia dei ricoveri per tutte le cause, sia di quelli specifici per insufficienza cardiaca. «Globalmente le evidenze a disposizione indicano che, rispetto ad altri trattamenti, la metformina è un’opzione sicura per il controllo glicemico nei pazienti con scompenso. Ciò supporta le attuali linee guida dell'American diabetes association e della European cardiology society che includono la metformina come possibile trattamento per i diabetici con scompenso cardiaco» conclude Eurich.
Circ Heart Fail. 2013 Mar 18

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