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Scompenso cardiaco, meno decessi con antagonisti del Ras

Scompenso cardiaco, meno decessi con antagonisti del Ras

Nei pazienti con scompenso cardiaco e frazione d'eiezione conservata, l'uso di antagonisti del sistema renina-angiotensina (Ras) si associa a una ridotta mortalità generale. Lo dimostra uno studio prospettico condotto da ricercatori del Karolinska Institutet di Stoccolma, che hanno fatto uso dei dati dello Swedish heart failure registry. L’indagine si è estesa a 41.791 pazienti registrati in 64 ospedali e in 84 cliniche operanti in regime di day hospital, dal 2000 al 2011. Di questi, 16.216 avevano frazione di eiezione ventricolare sinistra preservata (Hfpef) e la maggior parte di loro (12.543) erano stati trattati con antagonisti del sistema renina-angiotensina. L’associazione tra l’utilizzo di questi farmaci e la mortalità complessiva è stata valutata in due gruppi con pari numerosità di trattati e non trattati, e omogenei riguardo all’età e a un propensity score calcolato in base a 43 variabili. In questi due gruppi, la sopravvivenza a un anno è stata del 77% per i pazienti trattati rispetto al 72% di quelli non trattati, con un rapporto di rischio (Hazard ratio) di 0,91 associato al trattamento. I risultati sono stati confermati nella coorte complessiva, dove la sopravvivenza a un anno è stata rispettivamente dell’86% e del 69%. Rispetto all’assenza di trattamento, un’analisi di dettaglio ha mostrato un Hazard ratio di 0,85 per dosaggi di almeno il 50% rispetto alla dose target, che è salito a 0,94 per dosi inferiori.
JAMA, 2012; 308(20):2108-17


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