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Aiom, no all’uso indiscriminato del Psa

Aiom, no all’uso indiscriminato del Psa
No all’uso indiscriminato del Psa, uno screening da utilizzare soltanto sulla popolazione a rischio. A ribadirlo nel corso della XIX Conferenza nazionale Aiom  2012 dedicata alle neoplasie urologiche è Carmelo Iacono, presidente nazionale Aiom. «Non vi sono evidenze scientifiche che stabiliscano l’opportunità di utilizzare lo screening in maniera diffusa sulla popolazione generale» sottolinea Iacono «tendenza che aumenterebbe il rischio di sovradiagnosi e uno scarso vantaggio in termini di riduzione di mortalità. È importante, anche per la sostenibilità del sistema, che venga operato un bilancio tra costi e benefici». Il test, perciò, va eseguito solo quando è necessario, cioè dopo i 50 anni, se vi è familiarità diretta per questo tumore e quando si soffre di disturbi urinari.«Non è stabilita una soglia standard in questo esame che indichi con certezza la presenza di un carcinoma» aggiunge Iacono «e valori elevati possono essere dovuti a un’infiammazione o a un’infezione. In questi casi sono necessari ulteriori accertamenti, in particolare attraverso la biopsia, per arrivare a una diagnosi più precisa. Al tradizionale test di partenza (Psa) si affiancano oggi due nuovi marcatori (Phi e Pca3) che consentono di ottenere risultati più specifici e quindi di maggiore, anche se non totale, affidabilità». «Entrambi i test» conclude il presidente Aiom «non sostituiscono il Psa, ma si affiancano a questo per offrire al medico un ventaglio più ampio di elementi di valutazione».


Un nuovo indice prognostico per il cancro della prostata
Lo score Ccp (progressione del ciclo cellulare) è un valido marker prognostico che, dopo ulteriore validazione, potrebbe svolgere un ruolo di primaria importanza nel determinare il trattamento appropriato da somministrare ai pazienti con carcinoma prostatico. È la conclusione a cui è giunta l’équipe di Jack Cuzick, del Cancer research Uk centre of epidemiology, mathematics and statistics di Londra. Il punteggio è stato messo a punto dai ricercatori dopo aver misurato l'espressione di 31 geni coinvolti nella progressione del ciclo cellulare attraverso la determinazione quantitativa dell'Rna estratto da campioni tumorali. Lo studio retrospettivo è stato effettuato in una coorte di pazienti statunitensi sottoposti a prostatectomia radicale e in una coorte di pazienti inglesi con carcinoma prostatico localizzato, diagnosticato attraverso resezione transuretrale della prostata (Turp), e trattati in modo conservativo. Endpoint primario dello studio era il tempo di recidiva biochimica nella coorte di pazienti sottoposti a prostatectomia radicale e la sopravvivenza (time to death) nella coorte Turp. I risultati hanno fornito le seguenti indicazioni: dopo prostatectomia, lo score Ccp è apparso utile nel predire la recidiva biochimica all'analisi univariata (rapporto di rischio, Hr, per il raddoppio dello score Ccp: 1,89) e alla migliore analisi multivariata (Hr: 1,77). All'analisi multivariata finale (migliore modello predittivo), lo score Ccp e le concentrazioni di Psa sono risultate le variabili più importanti e quelle più significative sotto il profilo clinico. Nella coorte Turp, lo score Ccp si è accreditato come la variabile più importante per la previsione del tempo fino al decesso per cancro della prostata, sia all’analisi univariata  (Hr: 2,92) sia in quella finale multivariata (Hr: 2,57): gli autori sottolineano che lo score è risultato più forte di tutti gli altri fattori prognostici, sebbene anche le concentrazioni di Psa abbiano fornito informazioni utili.
Lancet Oncol, 2011 Feb 8. [Epub ahead of print]







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