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Chi cura una polmonite si ricordi del cuore

Chi cura una polmonite si ricordi del cuore
Circa un quarto dei ricoverati in ospedale con polmonite sviluppa complicazioni cardiache durante la degenza, aumentando di circa il 60% la mortalità a breve termine. Ecco le conclusioni di uno studio pubblicato su Lancet da un gruppo di ricercatori canadesi e nordamericani coordinati da Vicente Corrales-Medina, internista del Dipartimento di medicina dell’università di Ottawa, in Ontario. «La prognosi dei pazienti con polmonite può essere migliorata prevenendo lo sviluppo e l’evoluzione delle complicazioni cardiache associate all’infezione polmonare» esordisce il primo autore dello studio, una interessante e completa revisione che riassume non solo le attuali conoscenze sulle complicazioni cardiache negli adulti con polmonite acuta, ma anche la risposta cardiovascolare all’infezione, gli effetti dei farmaci cardiovascolari e anti-infettivi nonché le possibili direzioni per la ricerca futura. «La polmonite è di solito considerata un processo acuto confinato ai polmoni, tranne quando la malattia è complicata da sepsi grave. Tuttavia le complicanze cardiache hanno un effetto importante sul decorso clinico dei pazienti con infezione polmonare» dice l’internista canadese. In un terzo dei soggetti ricoverati in ospedale per polmonite che hanno una mancata risposta clinica al trattamento, la causa è una complicazione cardiaca. «I criteri per una diagnosi di infarto sono presenti in circa la metà dei ricoverati con polmonite che richiedono un trattamento in terapia intensiva entro 24 ore dal ricovero» continua Corrales-Medina. «Ma le complicanze cardiache sono anche causa di morte nel 27% dei decessi che si verificano nei pazienti con polmonite». Ma non basta: la morte entro 30 giorni dalla diagnosi di polmonite è 5 volte più comune nei pazienti che sviluppano complicazioni cardiache rispetto a quelli nei quali il cuore non è coinvolto. «Alla luce dei nostri dati è quindi molto importante un’azione preventiva» conclude l’internista. «In particolare, dovrebbero essere ottimizzati i tassi di vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica, specie nei pazienti anziani e negli individui con disturbi cardiaci cronici». E, dal momento che oltre il 50% di complicazioni cardiache si presenta entro 24 ore dalla comparsa della polmonite, un''indagine approfondita sulla presenza di cardiopatie deve fare sempre parte della valutazione iniziale dei pazienti con infezione polmonare.
Lancet. 2013 Feb 9; 381(9865):496-505.

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