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CRIOTERAPIA

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CRIOTERAPIA


Quando la temperatura cutanea scende al di sotto dei 15 °C si osserva una paradossa vasodilatazione attribuibile a paresi della muscolatura liscia vasale o a blocco degli impulsi nervosi. L’evento si verifica solo in condizioni di freddo polare e rappresenta una estrema difesa contro il congelamento. L’immersione in acqua ghiacciata causa una serie di vasodilatazioni e costrizioni con modeste fluttuazioni termiche cutanee. L’esperienza ha dimostrato che la vasocostrizione riflessa immediata dura dai 9 ai 16 min. ed è seguita da vasodilatazioni per 4 - 6 min. prima che, persistendo lo stimolo, ricompaia la successiva vasocostrizione. Da ciò deriva che lo stimolo termico deve essere protratto per almeno 20 minuti.  Un calo della temperatura di 10°C dimezza la velocità delle reazioni chimiche corporee e quindi riduce le necessità metaboliche, proteggendo i tessuti dal’ipossia post traumatica e di danni conseguenti. La crioanalgesia è secondaria alla diminuita velocità di conduzione nervosa e al rallentamento dei processi metabolici: è inoltre provato che abbassando sotto i 20 °C la temperatura del nervo diminuisce significativamente la  produzione di acetilcolina. Il raffreddamento degli algorecettori induce un’iperstimlazione sulle fibre afferenti sensoriali (A/delta) che attivano così i centri inibitori, provocando elevazione della soglia dolorosa e riduzione la sensibilità.
L’analgesia si ottiene indirettamente anche con la riduzione dello spasmo muscolare e dell’edema che interrompe così il vizioso spasmo-mantenimento del dolore, L’analgesia è il primo effetto della somministrazione di freddo e interviene dopo circa due minuti e persiste pochi minuti (tre) dopo la rimozione dello stimolo. L’azione antispastica del freddo sulla muscolatura si evidenzia con riduzione della frequenza di scarica  del potenziale di azione muscolare e con diminuzione per intensità e velocità dei riflessi osteotendinei.

Criocinetica:
E’ una tecnica particolare ci crioterapia. L’acronimo inglese RICE sta per  Rest Ice  Compressione Elevation. Il riposo prevede in genere anche l’elevazione  dell’artoo i parte di esso colpito dal trauma, specie se si  tratta di segmenti sottoposti al carico, per tempi vriabili tra 12 e 72 ore consecutive. La compressione, utile a ridurre l’eventuale emorragia, non è sempre necessatia e, se praticata, va mantenuta per gli stessi tempi circa. Per  somministrare il freddo si intende l’impiego di una fra le principali tecniche di raffreddamento della cute per periodi diversi in rapporto alla temperatura raggiunta, alla patologia da trattare, per tempi variabili tra 1 e 48 ore con intervalli tra una somministrazione e l’altra di circa 1 ora.

Mezzi di produzione
Il freddo può essere prodotto utilizzando mezzi naturali come neve, ghiaccio tritato e acqua ghiacciata, oppure impiegando agenti chimici o fisici artificialmente prodotti. Tra gli agenti chimici ricordiamo l’alcool, largamene usato in passato e privo di effetti negativi, ma dagli scarsi effetti terapeutici; al contrario il cloruro di etile e il clorofluorometano sono più efficaci, ma potenzialmente tossici e inquinanti.

Macchine criogene:
Attualmente sono usat inel primo soccorso tutori gonfiabili con gas refrigerante; in erapia di elezione sono impiegate anche macchine criogene, programmabili per temperatua e durata, con manicotti refrigeranti ed altra con CO2 liquido o aria raffreddata. Per queste ultime sono importanti oltre alla temperatura e durata d’applicazione, forma e dimensioni della sede da trattare, potenza del getto, la sua inclinazione e distanza della cute. La temperatura di queste varia tra  -20 e  -30 °C, la durata è di alcuni minuti, la disanza dal bocchettone dalla pelle per non ostacolare il getto varia fra 3 e 5 cm con un’angolazione fra 30° e -50°. Gli erogatori a getto in analogia alla pratica di immersione in acqua gelida consentono l’esecuzione di facili esercizi terapeutici o mobilizzazioni in analgesia. La durata è condizionata dalla comparsa del bruciore da freddo, che avviene mediamente dopo 10 min. ; per temperature di circa  -170 °C la durata è di un paio di minuti.

McMaster comparando sperimentalmente le metodiche su citate con una sonda  termica ad ago intramuscolare afferma che il ghiaccio tritato è il più efficace, naturale ed economico e conferma l’equivalenza refrigerante di gas e impacchi con sostanze chimiche.

Le modalità d’uso, spesso ancora troppo empiriche, variano secondo  la patologia, la temperatura da raggiungere, il mezzo impiegato e l’esperienza dei singoli operatori. E’ ormai opinione comune che è più utile mantenere il raffreddamento per tempi protratti piuttosto che raggiungere temperature molto basse.

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